Alcuni anni addietro, una prestigiosa rivista scientifica tedesca, pubblicò i risultati di uno studio, riguardante il mondo della pratica sportiva. Tale ricerca, intendeva identificare l’attività motoria ideale per l’uomo comune, valutando numerosi fattori.
Risultò al primo posto in assoluto il triathlon. In ogni variabile analizzata, era la disciplina che totalizzava i punteggi più elevati. Più indietro, i più comuni e blasonati calcio, basket, volley, ma anche ciclismo, corsa, nuoto figuravano staccati dalla triplice disciplina.
La notizia arrivò anche in Italia, dove il triathlon contava poche migliaia di praticanti ed era completamente sconosciuto al grande pubblico. Stupì molto vedere lo sport nazionale a metà classifica ed invece ritrovarsi ai vertici quello si ritenesse essere un’attività estrema, destinata a pochi.
Tra le chiavi del successo ricordiamo, la possibilità di praticarlo all’aria aperta, la bassa incidenza di infortuni, l’impegno muscolare pressoché totale, il benessere psicologico completo, ecc.
A distanza di alcuni anni, molte cose sono cambiate, anche nel nostro paese. Sono aumentati i praticanti, i regolamenti rivisti ed aggiornati, diversificate le distanze su cui competere, aumentato il grado di conoscenza ad un più vasto numero di persone, grazie anche al suo ingresso alle Olimpiadi.
Nonostante questi progressi, molti sono quelli che considerano in modo sbagliato questo sport.
Persistono, coloro i quali ritengono il multisportivo uno specialista mancato, uno che non riuscendo ad emergere nella singola disciplina, tenta la fortuna con tutte e tre (anche se poi non è così semplice).
Fa parte del nostro bagaglio culturale, la prerogativa di dovere prediligere uno sport sugli altri. “Uno solo, ma fatto bene!”. Ai figli, fin da giovanissimi, facciamo scegliere una disciplina e non di più, mentre, i loro coetanei in altri paesi, sono stimolati a praticare diverse attività e, solo in un secondo momento, optare se continuare a esercitarsi in tutte o specializzarsi sulla singola.
Allenarsi per gli sport multipli può all’apparenza sembrare difficile e dispendioso, il tempo sembra il nemico numero uno. In realtà, possiamo benissimo gestire le tre frazioni, come se fossero una, dipende dagli obiettivi che ci proponiamo. Se ad esempio ci prepariamo con lo scopo di raggiungere i vertici nazionali, la durata degli allenamenti, i sacrifici, saranno del tutto simili a quelli di un qualsiasi altro pretendente di qualsiasi altra disciplina sportiva. Se invece non abbiamo velleità agonistiche, o queste sono ridotte ai minimi termini, praticare il triathlon risulterà facile e divertente, ricco di stimoli e motivazioni. Il triatleta non conosce la monotonia delle discipline singole.
Il triathlon, appartiene alla famiglia degli sport multipli. L’atleta, che decide di cimentarsi in una competizione di questo tipo, deve essere in grado di nuotare, andare in bicicletta e correre a piedi.
Il triathlon è l’unione di tre discipline, all’apparenza diversissime tra loro, dove all’atleta viene richiesto di correre le tre frazioni consecutivamente, senza soluzione di continuità. Anche il cambio di abbigliamento è parte integrante della gara, tanto che viene curato nei minimi particolari anche durante gli allenamenti. Agli atleti di vertice, occorrono pochi secondi per passare dalla tenuta del ciclista a quella del podista. Utile, per monitorare lo sforzo, risulta essere l’utilizzo di orologi per triathlon tipo questi, in grado di analizzare l’attività di più di una disciplina.
Oggi esistono numerose varianti della versione iniziale, sia per quanto riguarda le distanze, sia per quanto riguarda le frazioni.
Il duathlon, infatti, prevede una seconda frazione di corsa al posto di quella natatoria (corsa bici corsa), mentre il winter triathlon sostituisce il nuoto con una frazione di sci di fondo e la pedalata è disputata of road con una MTB (fondo, mtb, corsa)
COME ALLENARSI
Pianificare una stagione di allenamenti, non è difficile ma nemmeno troppo facile, occorre quindi procedere con ordine.
Prima di iniziare una qualunque attività motoria, è necessaria la visita medico sportiva. L’attenta valutazione medica dell’aspirante atleta, rileva parametri importanti ed esclude ogni complicazione.
Il secondo passo prevede un’attenta valutazione delle caratteristiche fisiche. In questa fase si evidenziano i punti deboli e quelli di forza.
Successivamente, in base alle informazioni acquisite, programmiamo i nostri obiettivi, a breve, medio e lungo termine.
Solo a questo punto, possiamo provvedere al progetto della nostra stagione di allenamenti e programmare le nostre gare più importanti e quelle di “contorno”.
Naturalmente, pianificare una stagione di allenamenti non è cosa facile, in linea di massima, maggiore è il livello dell’atleta, maggiori sono le conoscenze da cui dobbiamo attingere. Se per atleti poco evoluti, il “fai da te” potrebbe essere ancora sufficiente, quando consideriamo atleti elite, il programma deve essere dato in mano a tecnici professionisti.
In linea di massima, si suddivide la stagione in periodi ben precisi, ad esempio
Periodo Preparatorio
Periodo Pre Agonistico
Periodo Agonistico
La distinzione, in questo caso, dipende dalla distanza temporale al momento agonistico vero e proprio e sottintende lavori diversi. Ad esempio si procederà nel primo periodo con allenamenti di media intensità ma di durata crescente, al secondo periodo dove andranno favorite distanze più corte ma ritmi più veloci e recuperi adeguati. Fino ad arrivare al momento delle competizioni vero e proprio, dove si favoriranno lavori condotti al ritmo gara…