In molte zone, l’acqua ha una tale durezza (cioè un tale contenuto di sali di calcio e magnesio) da rendere inevitabile la formazione di depositi di calcare in tubazioni, apparecchi sanitari, rubinetterie, recipienti abitualmente usati per scaldare o bollire l’acqua.
Il mercato offre attualmente una certa gamma di prodotti per eliminare tali depositi. Disponibili sotto forma di liquido, polvere o granuli, questi preparati sono a base di acido fosforico odi soda caustica: varino quindi usati con estrema cautela, sia perché sprigionano vapori tossici, sia perché possono produrre gravi danni se vengono accidentalmente a contatto con occhi e pelle. Nell’utilizzarli, è perciò indispensabile indossare robusti guanti di gomma; evitarne il contatto con gli occhi, non inspirarne i vapori. Inoltre, dopo l’uso, riporli in un armadietto chiuso a chiave e comunque in un punto non accessibile ai bambini.
I prodotti anticalcare destinati alle stoviglie sono, in genere, a base di acido fosforico: nell’usarli, seguire attentamente le istruzioni riportate sulla confezione e, una volta rimosso il sedimento calcareo, sciacquare con cura il recipiente, riempirlo d’acqua e farla bollire per una decina di minuti, ripetendo quest’ultima operazione per un paio di volte almeno. Per recipienti di piccole dimensioni, per esempio teiere e caffettiere, un sistema altrettanto efficace e che non comporta alcun pericolo è quello di spremere nel recipiente stesso il succo di uno-due limoni (o più, a seconda delle dimensioni del recipiente e della quantità di calcare accumulatasi) e lasciarlo agire finché non abbia “corroso” e sciolto il sedimento calcareo. Sciacquare allora con cura, togliere gli eventuali residui con una spugnetta abrasiva (non saponata), risciacquare e, dopo aver riempito il recipiente d’acqua, far bollire per alcuni minuti, asciugando poi con cura. Ricordare, in ogni caso, che l’uso regolare di una spugnetta abrasiva e un’accurata asciugatura possono contribuire a rallentare, se non a evitare, la formazione di depositi calcarei nei recipienti, anche se usati abitualmente.
Sanitari, rubinetterie, ecc. I prodotti specifici per questo tipo di materiali sono per lo più a base di soda caustica e il loro impiego, oltre alle precauzioni di cui si è detto in precedenza, richiede una certa cautela anche nella frequenza d’uso. Se usati troppo spesso o lasciati agire troppo a lungo, questi “anticalcare”, in genere in forma liquida, potrebbero infatti finire per corrodere la ceramica di lavabi e bidet o la vetrina che protegge la vasca da bagno (soprattutto nei modelli “colorati” oggi di moda), nonché la cromatura delle rubinetterie, compromettendone così la lucentezza.
Anche in questo caso, tuttavia, esistono sistemi alternativi altrettanto efficaci e meno pericolosi: per esempio, i rubinetti, i sanitari e la vasca, se smaltata, possono essere di tanto in tanto lavati con aceto (o con succo di limone diluito, se si tratta di una vasca in materiale plastico); comunque, una regolare pulizia e un’accurata asciugatura, nel caso delle rubinetterie, contribuiscono a rallentare la formazione del calcare.
Per “disincrostare” la serpentina di uno scaldabagno a gas o elettrico, il cui corretto funzionamento dipende anche dalle condizioni della serpentina stessa, è necessario invece ricorrere all’intervento di un tecnico. Se il problema è particolarmente grave, si può pensare all’installazione di un addolcitore per ridurre la durezza dell’acqua.
Per lavabiancheria e lavastoviglie, oltre all’uso degli appositi prodotti in commercio, si può ricorrere a un sistema economico e molto efficace, che consiste nell’aggiungere (regolarmente) all’abituale detersivo un cucchiaio di bicarbonato di sodio.
Tubazioni. i cosiddetti “disgorganti” non sono efficaci né vanno usati per eliminare le incrostazioni di calcare dalle tubazioni. Si tratta di prodotti da utilizzare con cautela e solo in caso di assoluta necessità: se impiegati con troppa frequenza, potrebbero finire infatti per danneggiare le tubazioni di scarico, soprattutto se sono del vecchio tipo in ghisa. Tuttavia non esistono in alternativa sistemi “casalinghi” per liberare le tubazioni dal calcare. Il solo accorgimento che si può adottare è di liberare con regolarità i filtri delle doccette o dei rubinetti di vasche, docce, lavabi e lavelli dai granelli di calcare che vi si raccolgono, magari immergendoli per qualche ora m un po’ di aceto.